Caltanissetta nei tempi che furono e che saranno – Giovanni Mulè Bertolo
Nella presentazione di questa opera di Giovanni Mulè Bertolo, Sergio Mangiavillano fa riferimento all’Ottocento. Per Caltanissetta il secolo della svolta: da borgo agricolo passa a Città capovalle. È il 1817. Caltanissetta diventa centro industriale grazie alla spinta propulsiva dell’industria solfifera e subisce profonde trasformazioni, che Giuseppe Barone definisce “mutazioni genetiche”. Caltanissetta si apre a nuove influenze anche dal punto di vista culturale. Si dota di scuole superiori, il ginnasio, il corso tecnico, l’istituto tecnico, la scuola mineraria istituita nel 1862, la cui direzione venne affidata a Sebastiano Mottura, ingegnere. Vengono potenziate anche le istituzioni culturali con l’inaugurazione, nel 1866, della biblioteca comunale “Luciano Scarabelli”, ubicata nel collegio gesuitico. La città assume un aspetto moderno sotto il profilo urbanistico e dei servizi con l’attivazione dell’illuminazione e del gas nel 1867 e l’inaugurazione dell’ospedale ubicato nei locali del convento dei padri cappuccini (1868). Nel 1870 viene istituito anche il Distretto militare. Nel 1876 anche il collegamento ferroviario che spezza l’isolamento geografico di Caltanissetta, un tempo “terra d’esilio”, come l’aveva definita Mariano D’Ayala, personaggio di rilievo del Risorgimento. Tra il 1860 e il 1900 su sviluppò anche un’intensa attività pubblicistica, con la pubblicazione di 180 giornali locali, numeri unici. La riproposizione di “Caltanissetta nei tempi che furono e nei tempi che sono” restituisce il ritratto di com’eravamo, l’immagine del passato, la nostra storia.