San Domenico
Chiesa di San Domenico con annesso convento:
Dove si trova: Piazza San Domenico
Cronologia delle principali fasi costruttive:
1458 – probabile fondazione
1475 – prima datazione dovuta a citazione in atto notarile
1518 – elevazione a parrocchia
1540 ca. – la chiesa, versante in pessime condizioni strutturali, viene parzialmente demolita; la ricostruzione sarà molto lenta a causa delle scarse rendite del convento. A seguito dei lunghi lavori di ricostruzione, per molti anni le funzioni religiose si tennero nell’attiguo oratorio del SS.Rosario
Fine XVIII sec. – completamento della ricostruzione secondo dimensioni più ampie
1861 – il convento diviene sede del distretto militare
1866 – chiusura al culto della chiesa in seguito alla soppressione delle corporazioni religiose
1924 – riapertura al culto
Storia:
Probabilmente fondata dal Beato Reginaldo, discepolo di S. Domenico, nel 1480 il conte Antonio Moncada dotava la chiesa per avervi sepoltura insieme ai suoi discendenti. Nel 1518 una bolla di Leone X, la elevava a parrocchia.
Nel 1588, a seguito dei lavori di ampliamento della cappella dell’altare maggiore, il Priore di San Domenico, concede a don Gaspare Di Forti, notabile dell’epoca, il sito appresso la tribuna dell’altari majuri, quale sepoltura privilegiata per la sua famiglia. Questi in cambio si impegna a realizzare l’altare conformemente a quello del Rosario in fase d’esecuzione. (Archivio Storico CL – Corporazioni Religiose soppresse vol. 222). Qualche anno prima, nel 1576, lo stesso Priore aveva concesso al magnifico Lorenzo del Grande, ricco mercante toscano, la cappella dedicata al SS. Nome di Gesù, fatta costruire da quest’ultimo e dotata del quadro omonimo, al fine di realizzare una sepoltura per la sua famiglia. Nel 1650, a seguito di lavori effettuati dietro l’altare maggiore, in corrispondenza del coro, si trovarono i resti di tre cadaveri, uno dei quali conservava parti di vesti femminili realizzate con tessuti pregiati. Dall’ispezione cadaverica e dai racconti degli anziani si trasse la conclusione che si trattava dei resti della principessa Adelasia, nipote di Re Ruggero, unitamente a quelli dei conti Guglielmo Raimondo e Antonio Moncada. Il cadavere di Adelasia, pare che fosse stato rinvenuto, a seguito di un crollo verificatosi decenni prima, nel castello di Pietrarossa e da lì trasportato a San Domenico. L’attribuzione di uno dei cadaveri a Guglielmo Raimondo Moncada appare tuttavia dubbia poiché questi nel suo testamento redatto nel 1465 afferma la volontà di essere sepolto a Caltanissetta nel convento dell’Annunziata con l’abito dei francescani; tuttavia il legame tra quest’ultimo e San Domenico è testimoniato dal lascito di trenta onze annue da convenire in “ornamenti di fabbriche”. Verso la fine del secolo, il restauro della chiesa, ampliata e corredata da una ricca facciata in pietra da taglio, è completo; nel 1828 l’interno fu adornato di stucchi che si conservano ancora oggi.
Posizione:
Oggi la chiesa sorge decentrata rispetto all’attuale assetto urbano del centro storico; in origine lo slargo di San Domenico, cuore del quartiere Angeli, rappresentava la principale piazza cittadina.
Descrizione:
La chiesa ha impianto basilicale a tre navate; il prospetto barocco convesso nella parte centrale e concavo nei lati è definito da cantonali e lesene in conci di pietra arenaria locale analogamente al portale ed agli altri elementi architettonici. Incompleta rimase la torre campanaria.
Fonte: Progetto Scuola Città – Autori vari – a cura di Daniela Vullo – Regione Siciliana – Edizioni Lussografica