Il contributo di sangue di Salemi all’inutile strage – Salvatore Riggio Scaduto
Opera del magistrato Salvatore Riggio Scaduto. “Così come la nostra progenitrice Eva osservò che il frutto dell’albero proibito era buono a mangiarsi, piacevole all’occhio e desiderabile, ne colse il frutto e ne mangiò, istigata a far ciò dal serpente tentatore, allo stesso modo accadde, sia pure nel suo piccolo, ai nostri progenitori ottocenteschi, i quali stanchi del discreto governo borbonico, si lasciarono tentare dalle teste calde liberal-massoniche del tempo e credettero di poter trovare la panacea a tutti i nostri mali, intrinseci d’altronde a tutte le società umane, nel mito dell’Unità Italica”, si legge nella presentazione del libro. “Per la verità la stragrande maggioranza del popolo siciliano rimase però indifferente e così i mestatori e gli illusi ebbero successo. Nel compendio del nuovo catechismo cattolico del pontefice regnante Benedetto XVI leggiamo che il peccato originale è un peccato da noi contratto, non commesso; è una condizione di nascita e non un atto personale e che si trasmette a noi con la natura umana non per imitazione, ma per propagazione. Applicando tali basilari e lineari principi al così detto risorgimento italico, non c’è chi non veda che questo apportò la perdita e l’affossamento per noi siciliani della plurimillenaria indipendenza ed autonomia e che le conseguenze di tale dannosa quanto insensata perdita sono ricadute sulle generazioni seguenti. Domanda: “In che cosa è consistito questo peccato originale conseguente all’unità d’Italia?”. Risposta: “I nostri progenitori non scelsero contrattualmente e liberamente di aderire”.