Luigi Garbato – Pittore
Luigi Garbato è un artista nato a Caltanissetta nel 1911. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Nel 1929 ha restaurato la chiesa di San Calogero e nel 1931 ha vinto il primo premio alla mostra provinciale fascista con un paesaggio notturno. Tra il 1935 e il 1936 ha realizzato dei disegni sulla guerra italo – abissina commissionati dal professore Luca Pignato ed esposti in Piazza Garibaldi. Nel 1939 ha prestato servizio militare a Firenze dove nel 1940 ha vinto il primo premio al Festival della Canzone Italiana con il testo “Cuore Afflitto” musicato dal maestro Gaito.
Nel dopoguerra ha restaurato le chiese della Provvidenza e di San Giuseppe a Caltanissetta. Ha inoltre decorato la Cappella del Belvedere in oro zecchino e ha affrescato ex novo la volta centrale e due cappelle laterali nella chiesa di Sant’Agata al collegio nel 1950: quest’ultimo lavoro, con soggetti eucaristici e decorazioni in finto marmo, può essere considerato certamente il suo capolavoro.
Ha eseguito inoltre alcuni lavori per la chiesa Regina Pacis (travi in finto legno per il soffitto) e per il palazzo dell’INAIL. Nella Provincia nissena ha restaurato anche la chiesa madre di Sommatino e tre statue in tecnica mista di Francesco Biangardi custodite nella chiesa madre di Milena.
Ha realizzato molte pitture su tela che hanno per soggetti prevalentemente nature morte e paesaggi. Di queste pitture il nucleo più consistente appartiene oggi agli eredi ma molte sono diffuse presso le case nissene ma anche per l’Italia e negli Stati Uniti, dal momento che Luigi Garbato era solito regalare le sue opere ad amici e conoscenti.
Ha decorato ad affrescato molte case nissene (la sua ad esempio) e della Provincia, eseguendo anche lavori di semplice intonacatura, e ha eseguito lavori di pittura in alcune cappelle gentilizie del cimitero Angeli di Caltanissetta. Sue sono anche alcune insegne in legno tra le quali quella al civico 104 di via Rosso di San Secondo (qui vi era il suo studio e al piano superiore la sua abitazione) e la scritta in oro zecchino per l’Hotel Mazzone.
Oltre che pittore è stato anche poeta (il testo della canzone del 1940 sopracitato deriva da un corpus in prosa e poesie d’amore scritto nel 1939) e scultore: ha realizzato alcuni soggetti in creta come una testa di Madonna, un Cristo inginocchiato, una testa per l’ingegner Peila e un busto del monsignor Ficarra a Canicattì. È stato infine Capitano della Real Maestranza nel 1973 per la categoria Pittori e Decoratori. È morto a Caltanissetta nel 1989.
Fonte: Pagina Facebook