Gibil Gabib
Gibil Gabib, la cui traduzione in italiano sarebbe “città dei morti” (c’è chi sostiene “Monte dell’amico”), è un sito archeologico che sorge sull’omonima montagna distante circa 5 km da Caltanissetta, sul versante sud-orientale della valle del fiume Imera Meridionale (volgarmente detto Salso).
Intorno alla metà dell’Ottocento furono condotti i primi scavi ad opera di Landolina di Rigilfi e Antonio Salinas.
In un periodo più recente (tra il 1950 e il 1984) seguirono i lavori di Dinu Adamesteanu, a cui dobbiamo la scoperta di alcuni ambienti del VI secolo a.C., di resti della cinta muraria, di pezzi di ceramica prodotta durante l’età del bronzo antico, di un torrione di difesa della metà del VI secolo a.C..
L’area archeologica è composta di tre piattaforme (antico centro abitato) che digradano verso sud-est e da un’estesa necropoli con sepolture riferibili al periodo che va dall’VIII al III secolo a.C..
Tra i ritrovamenti: tombe per lo più a grotticella artificiale e a camera, vasi, oggetti di uso quotidiano, piatti, lucerne e ceramica siceliota a figure rosse. Non bisogna dimenticare: una statua di divinità fittile femminile e una testina fittile di offerente che chiaramente costituiscono oggetti di culto.