Palazzo Cascino
UBICAZIONE: Via Camillo Genovese, 2
CRONOLOGIA DELLE PRINCIPALI FASI STORICO-COSTRUTTIVE:
- XVIII – Preesistenza di una costruzione ad una o due elevazioni.
- XIX – Il palazzo viene sopraelevato raggiungendo gli attuali tre livelli fuori terra.
- 1943 • Subisce gravi danni a seguito dei bombardamenti del 9 luglio 1943.
- XX (seconda metà) • Viene parzialmente ricostruito mantenendo la con figurazione tipologica in stile neoclassico a blocco chiuso.
NOTIZIE STORICHE:
Giovanni Mulè Bertolo su “Caltanissetta nei tempi che furono e nei tempi che sono” così scriveva:
(…) A sinistra di chi va innanzi e dopo lo sbocco in Via Taschetti la prima casa rimodernata, che sta al cantone ed è oggi proprietà dei signori La Villa, fu la culla del barone Camillo Genovese, altra gloria Caltanissettese. Il Municipio ha fatto bene a volere indicarne il luogo della nascita, ma proprio ha preso una vera cantonata, apponendo la lapide marmorea alla casa dell’on. Cassino, che fa riscontro alla casa La Villa. Gli errori si correggono.
Il Palazzo è appartenuto, a partire dai primi anni del novecento, a Calogero Cascino, allora sottosegretario all’Industria.
PROPRIETÀ ATTUALE: Privata
VINCOLI: L’immobile è stato dichiarato di importante interesse storico-architettonico con D.D.S. n. 7383 del 02/08/2004
USO ATTUALE: Abitativo con attività commerciali a piano terra. Vi ha sede la Società di Mutuo Soccorso “Rosso di San Secondo”.
STATO DI CONSISTENZA: Buono
IMPIANTO PLANIMETRICO: Quadrangolare
RAPPORTI AMBIENTALI: Ubicato all’interno del perimetro del centro storico, costituisce, unitamente alla limitrofa chiesa di Santa Maria La Nova, il limite occidentale dell’antico quartiere “San Francesco”, uno dei quattro settori nei quali è storicamente divisa Caltanissetta. Il palazzo si affaccia ad occidente sulla centralissima piazza Garibaldi già Ferdinandea, a nord su vicolo Duomo e a sud sull’odierna via Camillo Genovese, già via dei Cannoli, poi via Pescheria. Su questo fronte l’immobile prospettava verso l’antico mercato del pesce, i cui banchi per la vendita erano posti a ridosso di una grande struttura liberty, oggi non più esistente, costruita in ferro, ghisa e vetro, con due fontanelle accanto al suo ingresso.
DESCRIZIONE: Il palazzo, originariamente ad una sola elevazione, è stato parzialmente ricostruito mantenendo la configurazione tipologica in stile neoclassico a blocco chiuso. La facciata maggiormente significativa è quella prospiciente la Piazza Garibaldi. Divisa in tre registri, corrispondenti alle elevazioni, dai cornicioni marcapiano racchiusi dai contonali, tale facciata presenta una ritmicità delle aperture secondo il modulo tre. La parte basamentale, probabilmente in pietra da taglio, è stata alterata, nelle caratteristiche originarie, sia dal rivestimento con lastre di marmo che dall’uniformità dimensionale e tipologica di tutte le aperture, operata in tempi recenti. Nel primo orizzontamento la cornice marcapiano si articola in modo da formare l’aggetto dei balconi sostenuti da mensoloni in pietra decorati. Le aperture al primo piano sono protette da infissi con scuri di recente collocazione e sono decorate, nella parte superiore, da beccatelli laterali con festone in pietra che sorreggono un semplice cornicione nelle due aperture laterali e un timpano triangolare, sempre sorretto da due beccatelli laterali con mascherone, nell’apertura centrale.
Anche nel secondo orizzontamento la cornice marcapiano si articola in modo da formare l’aggetto dei balconi, anche questi sostenuti da men-sole in pietra riccamente decorate. A questa quota sono stati mantenuti gli infissi in legno, con gli scuri. Le aperture laterali sono sormontate sia da timpani triangolari che da timpano curvo con al centro una conchi-glia in pietra; tali elementi architettonici sono sorretti da beccatelli che racchiudono disegni floreali. Sulla facciata, a quota del primo piano, tra due aperture, è collocata la lapide marmorea commemorativa che porta la seguente descrizione, erroneamente apposta, secondo lo storico Mulè Bertolo, nella casa Cascino identificata come l’abitazione del barone Camillo Genovese
QUI NASCE IL XX SETTEMBRE MDCCLV CAMILLO GENOVESE ESIMIO CULTORE DELLE PATRIE MEMORIE IL MUNICIPIO POSE
I fronti laterali del palazzo sono delimitati da cantonali, conclusi nella parte superiore da capitelli di ordine corinzio, con soprastante cornicione dentellato e muretto d’attico che nasconde il tetto a padiglione. Anche la facciata prospiciente Via Camillo Genovese è divisa in tre registri dai cornicioni marcapiano e dai cantonali; questa facciata presenta una ritmicità delle aperture secondo il modulo cinque. La parte basamentale originale, che segue il declivio dalla strada, caratterizzata dalle aperture con finestra superiore per gli ammezzati, ha perso le caratteristiche originali a causa delle modifiche perpetrate nell’utilizzo dei vani a piano terra ad uso commerciale. Il primo piano, analogamente al fronte su piazza Garibaldi, è scandito da aperture con ritmo alternato decorate, nella parte superiore, da beccatelli laterali che sorreggono un timpano triangolare sotto il quale è col-locato un mascherone in pietra. L’ingresso al palazzo avveniva attraverso il portale posto su questo fronte. Decentrato rispetto alla facciata, sito al di sotto della prima apertura con timpano triangolare, è caratterizzata da un arco a tutto sesto con rifascio in pietra e cornice all’imposta. L’ingresso è protetto da portone in legno e sovrastante rosta in ferro finemente decorata. Il secondo livello presenta, anche su questo fronte, aperture con ritmo alternato decorate nella pane superiore da timpano triangolare e curvo sorretto da beccatello con sottostanti motivi floreali in pietra. Tutte le aperture ai piani superiori sono protette con infissi e scuri in legno. Le inferriate dei balconi sono in ghisa riccamente lavorata. All’interno, malgrado le modifiche subite nel tempo, sono ancora presenti ambienti con volte a crociera, a botte e a padiglione. Il palazzo nel suo insieme si presenta con slancio e personalità riuscendo a fondere la continuità orizzontale formata dal cornicione di colore bianco e dai marcapiani con lo sviluppo verticale dei cantonali.
Fonte: Michele Miccichè e Daniela Vullo